LOBBYING: QUALI STRATEGIE PER IL SETTORE PRIVATO NELL'AREA UMOA?
- Gisèle Aké
- 31 mar 2019
- Tempo di lettura: 5 min

Figura professionale molto controversa, il lobbista, che sia un esperto o consulente, gode di poca stima malgrado un ruolo strategico nella crescita di un azienda, di una nazione, comunque nel miglioramento della vita sociale nel suo insieme. L’idea di lobbista, di solito riporta sistematicamente ad un personaggio, membro di una cerchia ristretta di persone influenti ed influenzabili, girando spesso con valigie piene di contanti, pronto a corrompere ed usare mezzi d’intimidazioni o favoreggiamenti per raggiungere uno scopo. In questo caso, il confine tra faccendiere e lobbista essendo ampliamente varcato, gli argomenti dovranno limitarsi a ciò che è, o non è consentito per legge. Quindi lascio al legislatore e all'opinione pubblica emettere giudizi e condanne a piacimento, secondo i casi, senza peraltro infangare un intera categoria professionale, in sostanza ben distante da queste pratiche.
In effetti, serve chiarire certi aspetti e caratteristiche del mestiere del lobbista, il quale oltre ad avere, assumere, organizzare e sfruttare alle proprie dipendenze diverse competenze tecniche in varie materie, dispone di questa capacità relazionale a predisporre e raggiungere contratti, accordi, patti, regole, o norme, con l’obiettivo di cambiare l'ambiente in cui vive e lavora.
Quindi a titolo d’interessi chiaramente personali, il lobbista si muove in contrapposizione o a beneficio di un sistema prestabilito, in un rapporto di forza tendenzialmente politico-sociale. La sfida pare enorme, ma se si osserva attentamente l’evoluzione della società umana nel corso della storia, nulla si è ottenuto senza un confronto o dialogo sulla base di attente e pragmatiche valutazioni delle problematiche socio-economiche. I sistemi anglo sassoni cogliendo appieno l’importanza di una tale figura professionale nel tessuto socio-economico, oltre a riconoscerla, l’hanno regolarizzata ponendo dei limiti ai conflitti d’interesse, e tenendo conto delle prerogative socio culturali dell'interesse comune. D’altronde, migliaia sono le aziende di business consulting e lobbying, con fatturato da capogiro, presenti nei corridoi dei palazzi di potere, di grandi aziende o di organismi internazionali, di fronte alle quali il legislatore non può dimostrarsi debole ed incompetente.
Ho a lungo dibattuto nei miei articoli dell’inerzia del settore privato in West Africa, dinanzi all'adozione di dispositivi o norme per lo sviluppo delle attività produttive, specie per quanto riguarda la libera circolazione dei beni e servizi nell’area UMOA, da più di 50 anni non ancora effettiva.
Con un settore privato che tendenzialmente delega al potere politico ogni decisione o norma a carattere socio economico, non c’è da stupirsi che si dia poca importanza alle esigenze e priorità di micro realtà. In genere, si reagisce dopo l’adozione dei provvedimenti, o peggio ancora nemmeno, dando libero spazio ad iniziative che non fanno altro che peggiorare il quadro economico.
Nell'area UMOA, le associazioni di categorie professionali o d'imprese stanno prevalentemente circoscritte in relazioni istituzionali basilari con il potere politico. Raramente dispongono di una banca dati, studi settoriali, statistiche, cifre, stime, e proposte capaci d’influenzare decisioni che riguardano l’economia dell’area.
La mia esperienza in attività di lobbying per il conto di una associazione di categoria professionale italiana, mi ha fatto prendere coscienza dell’anello mancante nello sviluppo economico dell’area UMOA. Di ritorno nella mia patria di origine, offrire tra l'altro tale servizio, è stato più faticoso di quanto previsto. Al primo imprenditore che ha manifestato interesse alla mia qualifica, difficile è stato far accettare le mie linee guide, ben distanti dai fasti e singoli incontri infruttuosi con il potere politico, ma piuttosto muovendosi all’interno di importanti enti intergovernativi, o associazioni di categorie, partecipando a commissioni ed incontri tecnici, con cifre, stime, proposte vincenti, e sfruttando l’influenza dell'instituzione di appartenenza. In parole semplici, offrir loro la possibilità di partecipare ai tavoli di decisioni.
Anche se quasi tutti gli imprenditori concordano sulla contro produttività di relazioni strette e superficiali con il potere politico in africa subsahariana, per lo più instabili e privi di garanzie di successo dell’azione a lungo termine, nessuno osa sottrarsi alla regola del clientelismo. E non importa se siano coscenti che una volta sostituito il regime al potere, crolla tutto il sistema creato ed incentivato.
Percui, all’imprenditore medio desideroso di stabilirsi nell’area UMOA, deve essere ben chiara ed incisa nella mente questa prima regola. Quando non si fa il peso di fronte a multinazionali e politici che si spartiscono settori produttivi già prestabiliti, in cui nessun estraneo al sistema può trarre profitto, inutile investire e contare su una cerchia poco propensa ai vostri micro interessi.
Come il mercato west africano offre infinite e miriadi di opportunità affaristiche, il doppio sono gli ostacoli e le problematiche da affrontare. In primis, non aspettarsi ad un quadro giuridico, affaristico o un sistema che vi semplifichino la vostra inserzione. Qui dovrete creare un vostro sistema ex nihilo, dalle fondamenta alla punta della struttura. Risulteranno inutili le vostre esperienze nei sistemi occidentali, dove ogni settore d’attività gode di una certa garanzia e rappresentanza per consentirne lo sviluppo e salvaguardare interessi propri. Per il fatto che più delle volte evolverete da solo piuttosto che in associazioni o gruppi d’interesse compatti, specifici e meglio strutturati, dovrete essere molto creativi e flessibili, lottare con il doppio delle vostre capacità, al fine di proteggere la vostra struttura, farla crescere e resistere a lungo. Ciò di cui avrete di più bisogno, è una competenza con immensa capacità di adattamento, problem solving, tenacità e coerenza.
Risulta primordiale per il settore privato ovest africano, proiettare attività di lobbying meglio strutturate, più tecniche, competenti e capaci di dare proposte che vanno a migliorare il quadro socio economico, anche se alcuni aspetti appaiono privi di senso o inutili. Mai fidarsi delle apparenze di un sistema, che risulta comunque malfunzionante dalla base, e pretendere la sua fetta quanto spetta, senza avere un quadro generale del mercato, capendo meglio le priorità e le difficoltà sui quali intervenire. E se il settore privato, come sempre sostenuto, sene starà in disparte tralasciando gli aspetti macro e micro strutturali del sistema socio economico al buon volere della politica, sappiate che ad ogni miliardo di euro d'investimento in un predeterminato settore d'attività, col pretesto di svilupparlo, si ridurrano considerabilmente le possibilità di emergere a piccole realtà. Avvalersi delle competenze di un lobbista, non significa limitarsi a muoversi nei corridoi dei palazzi di potere, ma soprattutto d'impregnarsi delle realtà, alla ricerca di soluzioni adeguate a certe problematiche giuridiche e sociali. Donde il ruolo sociale dell’imprenditore, quello di migliorare e garantire l’evoluzione della società alla quale appartiene.
L’aspetto paradossale dell’economia subsahariana trae le sue origini proprio dall’incapacità del settore privato di dare un valore aggiunto. Ci si limita ad intasare settori d’attività per quanto risultano proficui, senza badare minimamente ai cambiamenti sociali in atto e allo sviluppo di tale attività a lungo termine, con il timore continuo di conflitti e crisi causati dalla politica. Non si può pesare più del 75% del PIL e sottrarsi alle proprie responsabilità civili, specie andando incontro ai propri interessi.
Sembra che le cose stiano cambiando mano a mano. Si comincia ora a rivalutare la questione della partecipazione della società civile alle decisioni dei governi, nel creare un quadro più propizio alle attività imprenditoriali, piccole e medie. Un evento che merita maggiore attenzione è questo incontro che si terrà ad Accra in Ghana, organizzato da Border Alliance, per l’attuazione della libera circolazione dei beni e servizi nello spazio CEDEAO/ECOWAS (per maggiore informazione potete consultare il sito dell’associazione cliccando sul link seguente https://borderlesswa.com/ghana2019/).
Per chi è interessato ad approfondire l’argomento, il podcast di un programma di Oscar Giannino affronta la materia in termini molto filosofici e poetici, ma pur sempre utile nell’appropriarsi e rivalutare la figura professionale del lobbista.
http://www.radio24.ilsole24ore.com/programma/versioneoscar/trasmissione-aprile-2018-165916-gSLAZZEFeC
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