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ACCORDO AFCFTA: A CHE PUNTO SIAMO?


Questo articolo è un riassunto delle varie notizie repertoriate e pubblicate sulla pagina Facebook di Capital Nord Sud nelle ultime settimane. Meritano maggiore interesse per quanto fanno riferimento ad assi strategici per la definizione dei parametri e delle priorità per l'attuazione dell'accordo di libero scambio AfCFTA.

Sembra che i i vari governi abbiano colto pienamente quanto sia prioritario facilitare l'interconnessione dei diversi mercati africani. A dimostralo è questo piano preannunciato dal ministro dell'industria e delle infrastrutture marocchino, che prevede lo stanziamen


to di 77 miliardi di dirham, circa 7 miliardi di euro per la costruzione di un "corridoio logistico e economico" tra il Mediterraneo e l'Africa Occidentale, collegando Dakar, Abidjan, e Lagos al porto Tangeri Med. L'obiettivo primario sarà di promuovere lo sviluppo delle "province del Sud" e rendere i vari mercati dei paesi membri dell'area AfCFTA più accessibili.


Altra Nazione che intende accellerare il processo, ma piuttosto al livello regionale, è la Nigeria. Un accordo tripartito è stato firmato tra la Nigeria Export Import bank (NEXIM), la National Inland Waterways Authority (NIWA) et la Sealink Investment Limited, per il finanziamento d'infrastrutture capaci d'implementare l'esportazione di prodotti diversi dal petrolio. Si tratterà di migliorare e sviluppare reti di trasporto fluviali ed autostradali, dotandosi di una logistica capace di ridurre drasticamente costi e tempi di spedizione verso i vari mercati dell'area CEDEAO/ECOWAS.


Evento da non mancare che si terrà i 24 e 25 Giugno a Dakar in Senegal, è il Forum Regionale sull'accordo AfCFTA di libero scambio continentale. Occasione per chiunque sia rappresentante di una associazione d'imprese o semplice imprenditore in piena espansione o inserzione sul mercato comune ovest africano, di confrontarsi a testi, provvedimenti, procedure di attuazione, ed infine, di proiettare strategie e sinergie insieme a potenziali nuovi partner.


Un'altra buona notizia per gli imprenditori e l'universo del lobbying, è la costituzione dell'organo di regolazione e tutela della concorrenza nell'area CEDEAO/ECOWAS detto ERCA, con sede a Banjul in Gambia. L'istituzione ha preso funzione ufficialmente il 31 Maggio 2019, ed intende basare le strategie d'intervento su 4 assi maggiori. Si tratterà di lottare contro le barriere al libero scambio, il monopolio di mercato, le fusioni ed acquisizioni illegittime, e le distorsioni delle politiche d'antitrust. L'obiettivo è migliorare il quadro affaristico con le priorità seguenti: proteggere il consumatore, e consentire lo sviluppo delle PMI per la lotta contro la povertà attraverso la creazione di impieghi o richezze. Le strategie d'intervento su base triennale verranno eseguite in concomitanza con gli Stati Membri. La creazione di istituzione sovranazionale di questo tipo consente al settore privato nell'area CEDEAO/ECOWAS di tutelarsi da servizi, provvedimenti, e decisioni politiche ritenuti controproducenti per le performance e gli investimenti. Pratiche a quanto pare, ricorrenti da queste parti. Non sono del tutto chiare le modalità di sollecitazione o partecipazione all'organo da parte delle OSC. Tuttavia, per l'imprenditore medio appropriarsi delle competenze di un tale organo è di massima importanza, specie se si trova in una posizione di debolezza, o sul punto di espandere le proprie attività in tutta l'area CEDEAO.


Infine, faremo un referimento al Piano Direttore per la creazione di un annello di congiunzione strategico per la crescita economica nell'Unione Monetaria UEMOA, proposto dall'Agenzia per la cooperazione allo sviluppo Giapponese alla Commisione dell'unione monetaria. Questo piano intende stimolare lo sviluppo sostenibile tra zone senza sbocco sul mare e quelle costiere in 4 nazioni: Burkina Faso, Costa d'Avorio, Ghana e Togo. L'obiettivo è di potenziare realtà economiche territoriali avendo un forte impatto sull'economia mondiale. Si tratterà quindi di colmare i deficit di competitività, e rispondere alle problematiche strutturali facilitando al livello regionale il libero scambio delle merci e delle persone.


 
 
 

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