RASSEGNA STAMPA
- Gisèle Ake
- 24 lug 2019
- Tempo di lettura: 4 min

Raccolta di articoli delle più importanti agenzie di stampa sull'economia dell'Africa occidentale, che hanno particolarmente attirato la nostra attenzione durante la settimana.
Il più grande dibattito nella stampa riguarda la moneta unica dell'Africa occidentale, l'ECO, di cui si sa ben poco del progresso dei negoziati, escluse le varie dichiarazioni e decisioni di capi di stato dell'ECOWAS discordanti tra di loro, che ci inducono a credere che il progetto sarà un ennesimo fallimento piuttosto che effettivo.
In effetti, le conclusioni dell'ultimo consiglio dei ministri delle finanze dei vari Stati membri dell'ECOWAS del 17 e 29 giugno, rispettivamente ad Abidjan e Abuja, sottolineavano il mantenimento della circolazione nel 2020 di una moneta unica, chiamata ECO in tutta l'area ECOWAS. Da questi incontri ci furono pochi chiarimenti, in particolare per quanto riguarda i criteri di convergenza, per via delle disparità tra gli Stati delle performance economiche e delle politiche monetarie.
L'inflazione dovrebbe risultare a due cifre, il deficit di bilancio dovrebbe aggirarsi intorno al 3% del PIL e le riserve valutarie dovrebbero coprire almeno 3 mesi di esportazioni. Per quanto riguarda il regime di scambio, se prima fu concordato un regime flessibile, senza identificare pertanto un valore, e meccanismi di resistenza agli gli shock esterni. Tuttavia dagli ultimi aggiornamenti in seguito alla riunione del 12 Luglio degli Stati membri della zona FCFA abbiano durante ad Abidjan, convocata dal capo di stato ivoriano, il tasso fisso di convertibilità con l'euro, a dispetto delle posizioni contrarie di Nigeria e Ghana. Da questo parere ivoriano, l'ECO si prospetta quindi una moneta in sostituzione al Franco CFA, con gli stessi criteri di convergenza.
Tanto più che le opinioni degli esperti anglofoni sulla questione vengono condivise tra scetticismo e ottimismo sull'efficacia di una moneta unica senza una effettiva integrazione regionale. In effetti, secondo gli esperti ghanesi, senza un'armonizzazione delle normi fiscali ed una completa eliminazione delle barriere tariffarie, una eventuale politica monetaria comune accentuerebbe solamente carenze e problematiche economiche, in paesi poco industrializzati e fortemente dipendenti dalle importazioni. Pertanto, secondo gli stessi esperti, diventa imperativo l'adozione ed un ferreo rispetto degli standard e criteri di convergenza entro un periodo di prova di minimo tre anni, a fin di mettere alla prova la stabilità del sistema ben prima dell'effettiva messa in circolazione dell'ECO.
La Nigeria, da parte sua, non ha ancora reagito ufficialmente alla posizione degli Stati della zona CFA, preferendo concentrarsi al momento sulla stabilità del Naira, adottando politiche restrittive per la salvaguqrdia delle sue riserve in valuta estera, e diversificare una economica ben troppo dipendente dall'estrazione petrolifera. In effetti, di fronte all'instabilità del prezzo del petrolio sui mercati internazionali, la Nigeria prevede limitare l'offerta di moneta e contenere un'inflazione inferiore al 10% . Questo è il motivo per cui, attraverso un sostegno alle PMI, il paese intende incrementare le esportazioni diverse dal petrolio, ma soprattutto favorire il mercato interno.
Intanto nella zona WAEMU , si tenta in qualche modo di rimediare la carenza di monete di piccolo taglio. Le soluzioni sono all'ordine del giorno e dovrebbero essere prontamente adottate dalla BCEAO, in collaborazione con gli istituti finanziari dell'unione monetaria. Inoltre, dagli ultimi dati sulla situazione economica pubblicati dalla Banca centrale si denota un calo dei fatturati nel settore edile ad Aprile rispetto allo stesso periodo nell'anno precedente, tendenza accentuata d'altronde da un deficit degli investimenti. Secondo gli analisti, "il morale delle aziende del settore è al livello più basso da settembre 2018, passando da 102,3 punti a Marzo 2019 a 101,4 punti ad Aprile 2019".
In Mali, uno dei paesi principali produttori di mango nell'area ECOWAS., con oltre 600.000 tonnellate all'anno di produzione, il settore genera oltre 11 miliardi di FCFA all'anno, motivo per cui la trasformazione locale risulta uno degli obiettivi prioritari. Inoltre, risulta in calo le entrate doganali del paese, stimate a 45,5 miliardi di FCFA a Giugno contro 52 miliardi a Maggio, per via di un blocus entrato in vigore in tutti gli stati membri dell'area WAEMU, grazie ad una direttiva volta a limitare il peso di veicoli di trasporto merci particolarmente dannegianti per il manto stradale. Quasi 200 camion risultano fermi alle frontiere.
Per quanto riguarda il Senegal, le importazioni dalla zona WAEMU hanno registrato una perdita di 2,8 miliardi di FCFA a maggio 2019 secondo il DPEE, un calo del 31,76%. La Costa d'Avorio rimane il principale paese fornitore nell'area, raprresentando una quota di mercato dell'82,4% contro il 69,4% il mese precedente. I prodotti più importati risultano frutta e verdura (21,9%), oli, grassi animali e vegetali (17%) e legno o articoli di legno (10,4%). Quanto alle esportazioni del paese, esse risultano in aumento del 21,2% a maggio con forte incidenza di prodotti alimentari (+23,3 miliardi di FCFA). Al fine di rafforzare tali scambi commerciali e culturali con il Senegal, la Costa d'Avorio ha organizato una settimana ivoriana sarà a Dakar dall'8 al 17 agosto attorno al tema "L'Africa e la sfida per l'emergenza: unirsi per riuscirci ".
Fallimento del tentativo del Togo di emettere delle eurobbligazioni per un valore complessivo di 500 Milioni di euro a giugno 2019, è quanto riportato dal sito di nformazioni icilome.com. Secondo l'articolo, il fallimento è dovuto principalmente dalla mancanza di fiducia degli investitori sulla solvibilità della nazione, e da un tasso di interesse proposto poco attraente. Inizialmente previsto per il finanziamento del piano di sviluppo nazionale, in seguito si è avverato che la magna finanziaria andrebbe piuttosto a ripagare il debito interno. L'articolo evidenzia inoltre, un particolare limite delle autorità governative a negoziare e gestire un'esposizione al debito assai superiore alle capacità produttive del pâese. Si rammenta che il Togo ha già effettuato con successo sul mercato regionale alcune emissioni di obbligazioni di un valore complesso di 95 miliardi di FCFA (circa 144 milioni di euro). Altre sono programmate entro la fine dell'anno 2019.
Comments